Il progetto si fonda sulla volontà di integrare i nuovi elementi con l’edificio esistente, formando un corpo di fabbrica morfologicamente e volumetricamente compiuto in grado di dialogare con le architetture dell’intorno.
Partendo dai caratteri dell’edificio esistente tipici dell’architettura milanese degli anni ’50, il nuovo linguaggio li mescola con elementi moderni in modo da stabilire un dialogo e una connessione con la realtà urbana circostante, perseguendo il principio della riconoscibilità della stratificazione degli interventi.
Nei prospetti l’intervento riordina il disegno di facciata dell’edificio esistente, attraverso la scansione ritmica delle aperture che si alternano alle superfici piene ed agli aggetti dei balconi e delle logge. La copertura, essendo percepibile dagli edifici circostanti, è considerata come una sorta di “facciata” e per tale motivo è chiusa da una cornice di coronamento aggettante che permette all’edificio di trovare una propria autonoma conclusione.
L’elemento di decoro delle facciate è costituito dal coronamento esistente, che viene mantenuto e integrato nel disegno volumetrico diventando demarcazione fra esistente e nuovo.
Il principio della riconoscibilità degli interventi si conferma anche nella scelta dei materiali di rivestimento in pannelli di pietra acrilica lisci per i piani esistenti e texturizzati per le parti nuove, nelle tonalità neutre dei beige-bianchi. Le lastre texturizzate sono state realizzate su disegno dello studio e appositamente prodotte custom. Lo stesso principio è stato seguito nella scelta dei preziosi rivestimenti interni che da una parte sono in continuità con l’edificio presistente, mentre dall’altra rompono le regole della tradizione accostandosi ad elementi moderni come la boiserie con illuminazione integrata e pavimenti in legno dalle colorazioni calde, per creare un ambiente confortevole e di pregio.
Le strutture
Il sopralzo è concepito come un “esoscheletro” che abbraccia il copro di fabbrica esistente, costituito da un sistema di portali strutturali che sostengono il nuovo volume.
Tale struttura è integrata nel volume dell’edificio dal sistema di facciata ventilata che riveste l’intero corpo di fabbrica. Soltanto sui piani di ampliamento la nuova struttura è lasciata a vista, elemento che segna questo passaggio è la fascia orizzontale che riprende il disegno del coronamento esistente, carattere distintivo dell’edificio e di una lettura della stratificazione degli interventi.
Il progetto, in questo modo trasforma un importante limite costruttivo e normativo, in opportunità progettuale.
Impianti
Le scelte tecnologiche ed impiantistiche sono state guidate dalla ricerca della performance energetica, basso impatto ambientale ed elevato comfort interno. Le principali hanno riguardato lo sfruttamento della geotermia e l’uso di pannelli fotovoltaici, il riscaldamento a pannelli radianti a pavimento, la domotica per il controllo degli impianti elettrici e la VMC negli appartamenti, che assicura il ricambio d’aria con filtraggio degli agenti inquinanti, il recupero di calore e il risparmio dei consumi energetici.
Verde
Anche nella progettazione del verde è stata posta grande attenzione, quale elemento primario in grado di generare un’alta qualità ambientale. L’intervento infatti concorre a determinare le componenti del paesaggio della città attraverso il trattamento degli spazi aperti esistenti che vengono mantenuti quale elemento di relazione con il contesto urbano circostante. Per questo motivo i parcheggi sono realizzati al piano interrato, ampliando l’autorimessa esistente, mitigando l’impattando sullo spazio aperto.
Su questo fronte la progettazione è stata impostata a creare due scenari differenti:
• uno diurno che vede il giardino come spazio di gioco e relax circondati da piante e arbusti
• uno notturno in cui la luce trasforma lo spazio e gli elementi naturali qui presenti
CATEGORIAresidenzialeNOMETimavo HouseCLIENTEprivatoANNO2019LUOGOMilano, ItaliaCreditiFoto di Piermario Ruggeri